CATRAME PRIDE! – Episodio 6

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Si respira aria di vacanza e così uno dei nostri TOP fans, anzi il TOP fan che ci ha dato ispirazione per la rubrica Orgoglio Catrame, ecco che porta la magliettina con il fulmine oltre i confini del continente.

Apprezziamo in questa immagine il contrasto veramente rock tra l’arte Sarda e l’eleganza Anglosassone: grande Paul, la bandierina dei Catrame ora sventola anche nei territori d’oltremare!

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I Catrame presentano Andrea dei Catrame

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Se prima eravamo in due esseri viventi e un essere elettronico, adesso siamo i tre esseri viventi che praticano la musica leggera o pesante, dipende dai punti di vista.

Si perché da qualche tempo OneTwo, il mitico batterista a pile che ci ha accompagnato nel nostro tour autunnale, si è messo in aspettativa e con noi è arrivato un baldo giovanotto.

Accogliamo a bracciali aperti quindi Andrea, alias Bunta, alias Boulta, alias Murdoch, alias Alias, nella band più in voga del momento!

Bellalì Andrea, alias Bunta, alias Murdoch, alias Alias, alias Idit qui non servato occidit qui non servat!

I Catrame ti danno il benvenuto ufficiale nei Catrame, di cui al momento fai parte e quindi per uno strano gioco transitivo, ti stai autodando il benvenuto. Tutto chiaro.

E ora aspettiamo solo di tornare a far rumore in qualche locale per far sentire il tiro del nuovo trio. Evviva!

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Novità a raffica! Il 28 Novembre si suona e si suda, ma anche altro

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ATTENZIONE! ATTENZIONE! ATTENZIONISSIMO!

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I Catrame oggi c’hanno un sacco di cose da dirvi!!!

– Innanzitutto domani è mercoledì e una nuova Faccia da Catrame è pronta e scalpitante per essere pubblicata.

– Qualche giorno fa i Catrame hanno completato la prima consegna a domicilio della prestigiosa maglietta! Settimana prossima scoprirete chi ci ha chiamato per diventare Faccia da Catrame.

– Continuiamo le registrazioni del disco; quando sarà pronto verrà distribuito gratuitamente su CD, lo ascolterete dal sito, oppure, per i fan più assatanati, ci sarà la possibilità di acquistare il CD numerato con copertina dipinta a mano dai Catrame, copertine tutte diverse, tutte uniche. E se ci dice bene, tra una cinquantina d’anni ci faranno un padiglione alla Biennale.

– Ultima news: Venerdì 28 Novembre, visto che farà freddo e sarà già buio presto, perché non venite a scaldarvi e divertirvi al BarH di Invorio Superiore?!?!? Spritz party e Catrame in concerto!!!!!!!!!!!!!!!! Non mancate!!! Noi ci siamo già tatuati la data sulla natica destra!!

Vi aspettiamo al Bar H di Invorio Superiore, per un dopocena a base di birra e spritz!

La musica dal vivo comincia dopo le 21, la festa, prima e dopo! Olé!

Intro Del Folle

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Che folle storia è mai questa

Passi l’infanzia a elevare di potenza

E a costruire quadrati sull’ipotenusa

Per poi ritrovarti ai quaranta

Che friggi patatine ai Fast Food

Poi ti prende così all’improvviso

L’inadeguato sentirsi nel vivere

E sei sospeso ondeggi fra l’essere

E l’apparire

Ho in bocca il gusto della ruggine

E il fiato corto anche quando son fermo

Sono un topo tra gatti

Una gallina nel brodo

La canzone del folle

E il riso del vulcano

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Intro Del Folle di Castelletta Paolo è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 4.0 Internazionale.
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Piccola Biografia del Catrame (aggiornata a 09/2014)

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Novembre 2013. Un nuovo inizio di qualcosa che forse non è mai finito.

Dieci anni fa nascevano i Catrame; Paolo, Maurino e Fabio nella prima, primissima line-up della band; due chitarre e un basso, poca conoscenza della musica e tanta voglia di suonare e divertirsi insieme. Pochi live, qualche idea e molta confusione: nascevano le prime canzoni dei Catrame che facevano da contorno a cover di gruppi italiani e stranieri. Quasi sempre Punk Rock il genere.

Poi arriva Fabrizio alla batteria, conosciuto tramite annuncio attaccato con lo scotch in un negozio di musica. Le cose iniziavano a farsi serie, infatti a Maurino gli gira male e li molla. In amicizia, senza troppe scenate. Passano un paio di anni, qualche suonata in circoli privati e locali nel novarese, una bella serata live alla Fiera di Arona e poi…. Buuum!!! Si sono sciolti. Ancora non sanno dire il perché.

Fabrizio forma i Deshine con altri musicisti, Fabio fa crescere i funghi sulla sua chitarra e Paolo dopo un paio d’anni passa da bassista a batterista e si unisce ad una band del novarese, i Niente Cresti, divertendosi per un po’ a suonare con loro.

Ma il loro progetto non li molla, il Catrame che c’è in loro ritorna a galla. Paolo e Fabio ,tra settembre ed ottobre del 2013, si ritrovano a rumoreggiare assieme. Dopo un annuncio su Internet, un basso e una chitarra incontrano una batteria, quella di Luca, che percossa con grinta da il via e si ricomincia. Un po’ come se non avessero mai smesso.

Luca nell’estate se ne va e Paolo e Fabio invece pestano giù sull’acceleratore; lavorano a nuovi inediti, nuove cover e con il fido batterista a pile Uan-Tu si preparano ai prossimi live e a riempire il mondo con le magliette dei Catrame!

Molta passione, chitarra che alterna ruggiti a carezze, basso a martello e pacca al rullante, voci che raccontano storie e urlano disagi, mischiando poesia alle tematiche di denuncia sociale. Si alternano ai microfoni momenti ironici a testi introspettivi, che scavano nell’anima dell’essere umano. Il Rock nella versione più classica, senza troppi scazzi….  E poi sudore per chi ha voglia ancora di divertirsi ed emozionarsi, come loro, i Catrame.

Buona Musica a tutti. Fabio e Paolo.

Dopo millenni di me

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Aver basato il nostro sistema economico sulla crescita illimitata in un pianeta dalle risorse limitate è pura follia. Si stima che per sostenere questo ritmo avremmo bisogno di quattro pianeti, non solo uno.

Nel libro “breve trattato sulla decrescita serena” così Serge Latouche esordisce chiedendosi:

« Dove andiamo? Dritti contro un muro. Siamo a bordo di un bolide senza pilota, senza marcia indietro e senza freni, che sta andando a fracassarsi contro i limiti del pianeta. »

Questo è un mio piccolo contributo alla “decrescita felice”… Dopo millenni di me

Ho chiuso il tuo cuore in una bolla di cemento

ma le tue lacrime formano un oceano

goccia a goccia si buca anche la roccia

da un’eruzione lavica riaffiora la bellezza

dopo millenni di me

ma ora ti lascio scappo, ma non ne sentirai il mancare

il tempo copre tutto e lava via le cose

come un temporale d’agosto ti scorderai di me

tu m’insegnavi a vivere e il rispetto delle cose

io corruttore d’anime col fiele nelle vene

svuotata nelle viscere e riempita di rottame

come l’erba che buca l’asfalto ti riprenderai

sul tuo asse continui a girare gioiello di smalto

Ho chiuso il tuo cuore in una bolla di cemento

ma le tue lacrime formano un oceano

goccia a goccia si buca anche la roccia

da un’eruzione lavica riaffiora la bellezza

dopo millenni di me

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Piazza Della Loggia

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Brescia, 28 maggio 1974, accadeva quello che è accaduto. un pensierino per presentare questa canzone seria fra le tante cagate da me scritte, perché ogni  tanto è utile scuotere le coscienze, in primo luogo la mia.

Perché quella bomba a Brescia l’abbiamo messa tutti noi, ogni volta che abbiamo riso e preso sottogamba episodi e fatti di estrema gravità.

La bomba l’abbiamo messa noi ogni volta che abbiamo fatto finta di arrabbiarci, e poi ci siamo scordati tutto, votando solo per chi  prometteva qualcosa che faceva comodo anche a noi, mentre faceva passare indulti strategici, qualche depenalizzazione, qualche bello scudo fiscale…

Siamo noi tutti noi che abbiamo messo la bomba, ogni volta che accettiamo sentenze scandalose, tagli alla sanità e ai servizi per i deboli. Ogni volta che accettiamo che i nostri figli vogliano diventare veline o calciatori, ogni volta che siamo piccoli, meschini e vermi.

Fino a quando non ci toglieremo le bende dagli occhi, fino a quando non sapremo pretendere la verità con i mezzi legali che abbiamo, fino a quando non capiremo di essere un popolo unico che si sbrana per compiacere un pubblico di politici incapaci che ci manovra e ci aizza, fino a quel giorno la bomba l’avremo messa tutti noi.

“La storia insegna ma l’uomo è un alunno distratto”  compare scritto in un murale sul lungo Agogna a Borgomanero. triste ma vero.

PIAZZA DELLA LOGGIA

Nessun colpevole, sentenzia il giudice

lo spazza il vento il peso delle anime

nessun colpevole, liberi tutti

ma ancora oggi sanguinano i morti

un fumo azzurro biancastro e denso

si leva al cielo quel ventotto maggio

nera la bomba nero il suo cuore

e son trentanni che accettiamo false sentenze

quarantanni di insabbiamenti e menzogne

solo pietà al posto di rabbia

ed è scesa la nebbia

su una delle tante stragi d’italia

su una delle tante stragi d’italia

che poi a pensarci in quarantanni

abbiamo  scoperto cose interessanti

inventato l’i pod la TV a colori

ed abbiamo fatto e visto Goldrake

il CD il telefonino in computer il post-it

il Prozac il Viagra il Punk ed Internet

un centinaio di pianeti e la bottiglia in Pet

un cuore artificiale

l CD il telefonino in computer il post-it

il Prozac il Viagra il Punk ed Internet

un centinaio di pianeti e la bottiglia in Pet

ma in tutti questi anni non riuscivamo a

trovare prove a sufficienza

per inchiodare i colpevoli alla Storia

per trovare i mandanti di Piazza Della Loggia

e a pretendere verità

nera la bomba nero il suo cuore

e son trentanni che accettiamo false sentenze

quarantanni di insabbiamenti e menzogne

solo pietà al posto di rabbia

ed è scesa la nebbia

su una delle tante stragi d’italia

in un’Italia di poeti di ruffiani ed avvoltoi

di trafficanti piduisti miti e falsi eroi

spregiudicati faccendieri miserabili al potere

di spacciatori de fare

dove scuola e TV rincoglioniscono tutti

e ci fanno passare per meschini ed inetti

e poi ci beviamo tutto e va in pappa il cervello

mentre i morti sbiadiscono…

e son trentanni che accettiamo false sentenze

quarantanni di insabbiamenti e menzogne

solo pietà al posto di rabbia

ed è scesa la nebbia

su una delle tante stragi d’italia

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La canzone dei folli

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…”Devono aver diviso in due il mondo, e penso di essere dalla parte sbagliata…”

Cantavano così i Marlene Kuntz. Avverto un senso di inadeguatezza, e di essere sempre nel posto sbagliato nel momento sbagliato.

Leggendo  il libro “la canzone dei folli – poesie II” di Charles Bukowski  mi imbatto in “Bone palace ballet”. Da qui prende vita il mio testo che ben si adatta ad un mio giretto banale di re minore che da tempo usciva dal mio basso…

La ragione è del pazzo e l’aquilone è nel vento

in un mondo di banchieri netturbini di talento

con la coscienza sporca felice mi addormento

davanti alla TV un bel film e son contento

cos’è l’estenuante nonsenso che si nasconde dietro la morale?

il giorno poi la notte o è la notte dopo il giorno

come un verme scavo scendendo troppo in basso

un giorno valgo 10, il giorno dopo un cazzo!

sarà che poi non capisco, sarà che poi non riesco a trovarne il senso

come un faro spento in un porto isolato

un uccello senz’ali da lupi braccato

un ubriaco nel suo mondo ovattato

la canzone dei folli e il riso del vulcano

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